IL NOSTRO AMICO TONINO
La comunità civile ed ecclesiale del Medio Volturno non dimenticherà mai il Prof. Antonio Manzo, ciò che è stato e ha dato questo figlio illustre di Piedimonte che, diciottenne, lo ebbe alunno nel locale liceo “San Tommaso d’Aquino”. A lui si addice l’espressione poetica del Foscolo, per il quale solo agli uomini che hanno lasciato un’eredità d’affetti è concessa la gioia dell’urna, cioè il ricordo imperituro della società umana. Affetti, nell’estensione più ampia del termine, che a Milano Egli trasmise ai giovani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha trasmesso nelle menti e nei cuori di quanti ebbero il bene di conoscerlo.Professore di Lingua e Letteratura Latina, specializzato in Filologia e Antichità Classiche alla Cattolica di Milano, dopo alcuni decenni di insegnamento, ritornò a Piedimonte per Assistere la moglie inferma, ma non pensò affatto a “Raccogliere le vele”, come dice in “Scripta philologa”, edito alcuni mesi prima di morire.
La giornata laboriosa di Tonino (il diminutivo affettuosa con cui lo chiamavano gli amici la dice lunga sulla familiarità di affetti che scaturivano da lui) si divideva metodicamente tra lo studio intenso e appassionato di storia locale, filologia e cultura classica e le cure prodigate alla sua Lilli. Parafrasando un verso dell’indimenticabile prof.sa Scolastica De Crescenzo, sua e nostra carissima Amica, mai solitudine fu più operosa e popolata di amici, come quella di Tonino.
Ma che cosa rendeva “unica” la sua profonda cultura, tanto da distinguersi da quella pur pregevole di un qualsiasi professore universitario? Per gli amici e per coloro che ebbero occasione di frequentarlo, non ci sono dubbi. L’amore per la vita, in ogni sua espressione, fu la linfa segreta che animò la sua passione per la cultura; una passione che sapeva trarre dal loro passato le civiltà antiche e gli uomini che l’avevano espressa, dialogando con loro, attualizzandoli con una verve lucidissima. La competenza culturale, inoltre, fin dalla giovinezza, inducendolo a scavare nella mente e nell’animo le radici dell’esistenza, aveva fatto emergere il filone cristiano che, per il credente, caratterizza la persona. Amò appassionatamente la Chiesa. Ne sono testimonianza, nell’enorme produzione degli scritti, gli studi su alcuni personaggi della fede, pubblicati in “Fraternità Aperta”, periodico dei Terziari Francescani e le riflessioni sull’Apocalisse, pubblicate su “Clarus”. È testimonianza del suo amore per la Chiesa la donazione della ricca Biblioteca alla Diocesi di Alife-Caiazzo, che costituisce, insieme alle opere, il suo patrimonio più prezioso.
L’amore per la vita traspariva soprattutto nelle relazioni sociali e negli affetti familiari. Tutti eravamo commossi per la sua dedizione all’amatissima Lilli e al fratello don Geppino ai quali riservò i sentimenti più profondi dell’animo.
Agli amici piaceva quel suo carattere sempre sereno, generoso, pronto alla battuta, con un non so che di fanciullesco e pur grave e dignitoso. Si poteva contare sempre su di lui. Era l’incarnazione dell’amicizia.
Il 23 luglio scorso il prof. Manzo ci ha lasciato, ma la sua eredità di affetti non ci lascerà mai. (Angela Catarcio, ofs)
Fedele all’amore per la trasmissione della cultura e per la Chiesa, che ha sempre contraddistinto il suo impegno intellettuale, il professore ha voluto così regalare alla comunità tutta il suo scrigno più prezioso. Un tesoro inestimabile, ricco di testi classici, filosofici, collane varie di letteratura, filologia, retorica, opere enciclopediche e dizionari, monografie e raccolte di saggi, che hanno contribuito alla sua formazione ed alla ricchezza della sua personalità. Ma il professore ha fatto di più: ha voluto che restasse disponibile alla comunità non solo il patrimonio librario ma tutto il corredo del suo studio (scrittoio e scaffali compresi!) impreziosito soprattutto dei suoi appunti, relazioni, annotazioni, ritagli di riviste con cui letteralmente “farciva” i libri.
Avere tra le mani uno dei suoi testi significa avere a disposizione un “ipertesto” antelitteram: continue correzioni, aggiunte di fogli, note ai margini, riflessioni personali. Una ricchezza incomparabile per chi vorrà, in un domani che si spera prossimo, dedicarsi allo studio di una personalità così complessa e ricca quale quella del prof. Manzo, ma anche per chi si ritroverà ad avere un aiuto insperato dagli appunti del prof. mentre si accinge ad una ricerca affidandosi ai testi appartenenti al suo fondo