La prima notizia certa della Biblioteca è riportata sulla Platea del Seminario curata, per la stesura definitiva, dal Canonico Gian Francesco Trutta.Nella pagina di apertura si trova la dicitura “Biblioteca del Seminario Anno domini 1710”. Questa data è lprobabilmente legata al completamento dei lavori del Seminario. Conferma questa ipotesi la pubblicazione delle regole della vita del Seminario,che trova posto all’interno dello stesso documento.

La Biblioteca ha raccolto non solo testi ad uso interno per gli studi filosofico-teologici, ma anche opere classiche, scientifiche e giuridiche, spesso di grosso valore e oggi rare (il tomo del “Decretum Divi Gratiani” non è solo quello più grande della collezione ma anche, nell’edizione del 1555, uno dei più rari).

ll fondo conserva anche 60 cinquecentine per la cui legatura spesso venivano usati documenti medioevali, di elevato valore storico e documentaristico e che andrebbero recuperati e studiati. Nella foto si può notare un esempio di questo “riciclo” (palinsesti).

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